Partiamo dall'inizio: le parole sono uno strumento di comunicazione sia interna che esterna e vanno a definire il modo in cui intendiamo il mondo e la realtà.
Bene.
Ora, le parole ci arrivano tutte da vecchie tradizioni o al massimo vengono aggiunte trasformando parole inglesi o per fare 50 servizi di Rai 3 su un bambino che si sbagliato a scrivere e se n'è inventata una.
Però una nuova parola potrebbe avere molti fini pratici. Ad esempio potrebbe aiutarci a intendere la realtà in un modo diverso, oppure a semplicifarci una spiegazione, oppure a essere particolarmente suggestiva.
E' chiaro che chiunque potenzialmente può creare una parola, ma:
- Non è così semplice definirla con precisione senza che diventi solo un sinonimo
- Non è così semplice che tutti poi la capiscano, anzi di base è impossibile
Partendo da questi presupposti, ecco un modo con cui si potrebbero affittare le parole.
Parole in Affitto
Innanzitutto questa azienda/ditta/quellochevolete di cosa si occupa:
- Creare delle nuove parole
- Creare un contesto attorno a queste nuove parole che ne determini l'uso e l'utilità
- Affittare queste parole a chi le vuole usare
Ora, i primi due punti abbiamo già detto prima perché uno dovrebbe volerli fare. Ma il terzo? Alla fine tutti potrebbero usare la parola che gli pare.
Sì, però anche tutti possono copiare Britney Spears alla sagra della parrocchia, senza però andare in prigione.
Per le parole affittate sarebbe uguale.
Ci sarebbe un generale copyright sul loro utilizzo e un range di situazioni in cui non si possono usare. Perché in realtà, se ci si pensa, lasciarle usare normalmente può aiutare molto la parola a pubblicizzarsi. E' marketing. Se diventa una parola che tutti usano normalmente, ma che nessuno può usare in contesti ufficiali (quali canzoni, discorsi, libri,...) allora affittarla d'improvviso ha senso. Soprattutto, ricordiamo, quando va a esprimere qualcosa che non si può (se non forse con difficoltà) descrivere usando altre parole.
Quindi per questo funzionerebbe.